
Fondazione Vidas e Chora Media hanno realizzato quattro conversazioni con chi si trova in prima persona a fare i conti con la propria fine e con chi sta cercando la chiave per continuare a vivere dopo una perdita
Un'indagine di Ruggiero Corcella
Forse (anzi, sicuramente) sarete stanchi di sentir parlare (e veder scrivere) di morte. Lo capisco. Con la morte, però, dobbiamo inevitabilmente fare i conti. Prima o poi. Una certezza che ci accompagna fin dalla nascita, come tutti gli esseri viventi. Nell’antichità, si cercava di prepararsi alla morte anche con elaborati rituali collettivi. Per non parlare di tutte le tradizioni iniziatiche e anche religiose. Farsi trovare pronti alla perdita con la P maiuscola diventava un faro nel cammino esistenziale e consentiva di vivere la vita con maggiore pienezza.
Guardarsi dentro
E oggi? Ognuno può cercare di rispondere, guardandosi dentro e intorno. Non è facile. Ma, se accettate un suggerimento, concedetevi una mezz’oretta di tempo. Anzi, quattro. Per fare cosa? Ascoltare – magari più di una volta – le quattro puntate de «L’unica cosa certa», il podcast di Chora Media la società editoriale di Mario Calabresi, ex direttore de La Stampa e di Repubblica) in collaborazione con VIDAS, la Fondazione che a Milano dal 1982 offre assistenza socio-sanitaria completa e gratuita ai malati con patologie inguaribili a domicilio e nell’hospice Casa Vidas: degenza e day-hospice.
Le domande
Ne vale davvero la pena, perché il podcast riesce a trasmettere una serie di messaggi molto importanti su temi come il lutto e la morte. In modo delicato, coinvolgente, e senza ovvietà. L’obbiettivo è dichiarato, provare a rispondere a queste domande: «Subire una perdita costringe, da un momento all’altro, ad affrontare il resto della vita con un buco o una voragine. C’è un prima e un dopo. Ha senso provare a riempirlo? È possibile farlo? C’è un modo per riuscire a restare semplicemente affacciati?».
A tenere il filo di ogni storia, la giornalista Francesca Berardi insieme a Francesca Brandolini, psicologa di VIDAS. Con loro, in ogni puntata, esperti legati al mondo della filosofia, della teologia e della pedagogia, come il tanatologo Davide Sisto, la giornalista Francesca Favotto, il teologo laico Vito Mancuso, la consulente pedagogica Laura Campanello.
«L’unica cosa certa» si può ascoltare gratuitamente accedendo dal sito VIDAS o da quello di Chora. Le quattro puntate sono disponibili anche su tutte le principali piattaforme di ascolto: Spotify, Apple Podcast, Google Podcast, Spreaker e Deezer.
Episodio 1 La storia di Sabia, di un fratello che viene a mancare e della loro famiglia straordinaria
Sabia Stanca ha 22 anni e una grandissima passione per la vita. La condivide con i suoi genitori, i suoi 4 fratelli, due cani e gli innumerevoli bambini a cui fa da animatrice al centro estivo. Così giovane, ha già dovuto confrontarsi con una perdita molto dura: suo fratello Paolo, appena sedicenne, muore due anni dopo la diagnosi di un brutto tumore. Quando Sabia e la sua famiglia scoprono che il tempo rimasto con Paolo era così poco, decidono passare il più possibile questo tempo accanto a lui, per trascorrere momenti di gioia, di compagnia e di allegria e soprattutto per creare tantissimi ricordi che li avrebbero nutriti quando Paolo non ci sarebbe stato più.
«C’era proprio la sensazione che il tempo che ci rimaneva insieme a lui fosse troppo importante per sprecarne anche solo 1 ora o 2 ore». A lei e alla esperienza della sua straordinaria famiglia è dedicata la prima puntata del podcast. Davide Sisto, filosofo, tanatologo ed esperto di culture digitali, invece parla di come le persone usano i social, l’intelligenza artificiale e, più in generale, la tecnologia per l’elaborazione di un lutto. Interviene anche la psicologa di VIDAS, Francesca Brandolini.
Episodio 2 – Attilio Valli e la SLA
Attilio Valli ha 68 anni e un paio di anni fa gli è stata diagnostica la SLA, la sclerosi laterale amiotrofica. In questa puntata racconta come ha reagito alla notizia e come, con il passare del tempo, si è dovuto adeguare all’avanzare della malattia – senza però rinunciare a vivere il più possibile le sue giornate. La psicologa di VIDAS, Francesca Brandolini, spiega quante perdite devono affrontare quotidianamente non solo le persone che ricevono una diagnosi di malattia inguaribile, ma anche le loro famiglie e i caregiver. Condivide la sua esperienza di caregiver Francesca Favotto, giornalista ed esperta di comunicazione che si è presa cura del suo compagno per 14 anni, fino a quando lui è morto.
Episodio 3 – Michele Nicolardi e la perdita improvvisa del figlio Paolo
I modi per scoprire, all’improvviso, che una persona cara è morta sono molti, ma in tutti i casi ci si trova da un momento all’altro ad affrontare un buco, o addirittura una voragine. Cosa possiamo farcene di quel buco? Ha senso provare a riempirlo? È possibile farlo? Francesca Berardi cerca delle possibili risposte a queste domande con Michele Nicolardi, che ha perso suo figlio Paolo durante un’incidente di arrampicata. Michele, però, non è solo ad affrontare questo lutto: con lui c’è la sua compagna Nicoletta, conosciuta prima della morte di Paolo nei gruppi di auto mutuo aiuto che entrambi frequentavano dopo la morte dei rispettivi coniugi. Insieme parlano di pregiudizi, stereotipi, sensi di colpa e rimorsi, mentre il teologo Vito Mancuso spiega perché è necessario prepararsi alla morte. All’episodio partecipa anche la psicologa di VIDAS, Francesca Brandolini.
Episodio 4 – Katharina Theil e Gianni Lattanzio, e la morte della loro bambina, Amelie
La morte di un figlio è qualcosa che la mente umana non riesce neanche a concepire, perché è contro natura. Purtroppo, però, a volte succede, ed è proprio quello che è capitato a Katharina Theil e Gianni Lattanzio, che hanno perso la loro bambina, Amelie, per un tumore. Nel corso della puntata raccontano come hanno vissuto la malattia, quanto Amelie sia stata curiosa fino alla fine, perché non le hanno mai nascosto cosa stava succedendo, e in che modo la scuola, gli amici e la comunità siano stati coinvolti in tutti i momenti del percorso. Un lutto che sembrava impossibile da affrontare si trasforma così in una lezione di vita. Nell’episodio ci sono anche la psicologa di VIDAS, Francesca Brandolini, e la filosofa e consulente pedagogica, Laura Campanello.
Buon ascolto.