
Dal 1990 al 2021 il numero di persone che soffrono di gravi patologie che necessitano di cure palliative è aumentato del 74%. A essere colpiti soprattutto i paesi a basso e medio reddito, le donne giovani in Africa e quelle anziane nei paesi ricchi. Occorre una risposta globale urgente e coordinata
Un'indagine di Ruggiero Corcella
Qual è lo «stato dell’arte» delle cure palliative a livello globale? Come misurare i bisogni effettivi e le risposte? Ci sta provando la Lancet Commission on Global Access to Palliative Care and Pain Relief, creata nel 2017 con l’obiettivo appunto di sviluppare un quadro per misurare l’onere globale delle gravi sofferenze correlate alla salute (SHS) , delineare le sfide e le opportunità per migliorare l’accesso alle cure palliative e il sollievo dal dolore, emanare raccomandazioni e strategie per l’implementazione globale. A fine 2017, la Commissione ha pubblicato il primo rapporto, lanciando un appello per un’azione collettiva internazionale per affrontare l’abisso dell’accesso alle cure palliative e al sollievo dal dolore.
Che cosa sono le «gravi sofferenze correlate alla salute (SHS)»? Ecco la definizione: «dolore correlato alla salute e impatto sulla qualità della vita che diventa grave quando non può essere alleviato senza un intervento professionale». Un concetto un po’ astruso? Forse, per noi comuni mortali. Ma molto preciso e incisivo, dal punto di vista scientifico.
Felicia M Knaul, Héctor Arreola-Ornelas, Xiaoxiao J Kwete, Afsan Bhadelia e altri hanno ora pubblicato su The Lancet Global Health (LINKARE https://www.thelancet.com/journals/langlo/article/PIIS2214-109X(24)00476-5/fulltext) uno studio che amplia il rapporto iniziale della Commissione LCPCPR utilizzando metodi aggiornati e dati che ora coprono il periodo dal 1990 al 2021, fornendo una misura più accurata della necessità globale di PC.
Sentite cosa dicono gli autori: «La mancanza di accesso alle cure palliative è un disonore per la salute globale; continua a essere uno degli aspetti più trascurati e iniqui dei sistemi sanitari, nonostante le prove evidenti di un’enorme sofferenza e disparità globale prevenibile. In effetti, aumentare l’accesso alle cure palliative, una componente fondamentale della copertura sanitaria universale, è essenziale per raggiungere l’Obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) 3.8 e continua a rappresentare una sfida per i sistemi sanitari dei paesi di tutto il mondo e a tutti i livelli di reddito». Come non essere d’accordo?
Un quadro drammatico e in crescita
Ma veniamo ai dati dell’analisi. Dal 1990 al 2021, il carico globale di sofferenza sanitaria grave, ossia la sofferenza dovuta a patologie gravi che necessitano di cure palliative professionali, è aumentato del 74%, passando da 42,2 milioni a circa 73,5 milioni di persone. Questo aumento è dovuto sia all’invecchiamento globale della popolazione, sia alla diffusione sempre più ampia di malattie croniche non trasmissibili come il cancro, la demenza e le patologie cardiovascolari. L’accesso limitato alle cure palliative aggrava ulteriormente la situazione, rendendo urgente una risposta globale.
Paesi poveri, sofferenza maggiore
Oltre l’80% di questa sofferenza sanitaria riguarda i paesi a basso e medio reddito (LMICs), dove il numero di persone coinvolte è aumentato dell’83% in trent’anni. Questi paesi affrontano difficoltà enormi a causa di scarse infrastrutture sanitarie, insufficienza di personale medico specializzato e una cronica mancanza di farmaci antidolorifici essenziali. La sofferenza aumenta ulteriormente a causa delle condizioni socioeconomiche precarie che ostacolano l’accesso ai servizi sanitari.
Malattie croniche, il peso crescente
Le malattie croniche come cancro, demenza, patologie cerebrovascolari e cardiache sono diventate la principale causa di sofferenza sanitaria grave nei paesi ad alto reddito (HICs). In particolare, il cancro è emerso come la prima causa globale, seguito da vicino dall’HIV/AIDS, ancora dominante in alcune regioni del mondo, specialmente in Africa subsahariana.
La pandemia: una sofferenza aggravata
La pandemia di COVID-19 ha esacerbato ulteriormente la situazione globale, incrementando la sofferenza sanitaria per malattie infettive già preesistenti e sovraccaricando i sistemi sanitari, soprattutto nei paesi più poveri. Le conseguenze indirette della pandemia hanno anche rallentato l’accesso alle cure mediche essenziali per altre patologie croniche, aumentando il numero di persone che hanno bisogno di cure palliative.
Malattie cronicizzate
Un’importante transizione si è verificata nel corso degli ultimi decenni: la maggior parte delle persone affette da sofferenza sanitaria grave oggi non si trova in fase terminale, ma vive con malattie croniche che richiedono assistenza continua. Nel 2021, circa il 63% delle persone con SHS erano «non terminali», evidenziando un significativo bisogno di cure palliative che non riguardi esclusivamente le fasi finali della vita.
Sofferenza tra i bambini in diminuzione, ma non ovunque
Una nota positiva è rappresentata dalla diminuzione della sofferenza sanitaria tra i bambini, che è scesa dal 25% del totale nel 1990 al 14% nel 2021. Tuttavia, questa riduzione non è uniforme: nei paesi a basso reddito, ancora oggi un bambino su tre affetto da patologie gravi rimane senza accesso adeguato alle cure palliative, sottolineando le disparità ancora persistenti.
Donne, le più colpite dalla sofferenza sanitaria
Le donne risultano più colpite rispetto agli uomini. Nei paesi a basso reddito, la sofferenza sanitaria grave si concentra soprattutto nelle donne giovani (20-49 anni), principalmente a causa di HIV/AIDS e tumori. Nei paesi ricchi, invece, sono le donne anziane (oltre 70 anni) a rappresentare la categoria più vulnerabile, specialmente a causa di demenza e malattie neurodegenerative.
La sfida delle politiche sanitarie globali
I dati presentati mettono in evidenza l’urgenza di sviluppare politiche sanitarie globali coordinate, in grado di affrontare efficacemente la sofferenza cronica attraverso un ampliamento significativo delle cure palliative. Gli autori dello studio propongono un approccio integrato che includa prevenzione, diagnosi precoce, trattamenti accessibili e sostegno psicologico e sociale per tutti i pazienti che affrontano gravi condizioni di salute, specialmente nei paesi più poveri.
È ora di agire
Il quadro è abbastanza sconfortante ma, come sottolineano gli esperti «la sofferenza sanitaria grave non è inevitabile. Misure mirate per ridurre le cause prevenibili e migliorare l’accesso globale alle cure palliative sono essenziali per affrontare questa crisi». Parole sacrosante. E concludo con una considerazione personale. Le politiche di tagli indiscriminati agli aiuti internazionali adottate dall’amministrazione del presidente Trump negli Stati Uniti hanno ulteriormente indebolito i sistemi sanitari dei paesi più poveri, compromettendo gravemente la capacità globale di risposta alla sofferenza sanitaria. Il risultato sarà probabilmente un aumento delle disuguaglianze, con milioni di persone che rischiano di restare prive di cure essenziali.